Aumentano le malattie croniche in Italia e nel Mondo
Con patologie croniche si intendono quelle malattie non trasmissibili, che tendono ad accompagnare il paziente per tutta la vita. Rientrano in questa categoria, ad esempio, il diabete, l’ipertensione, cardiopatie varie ed il cancro.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) – in futuro richiederanno circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale. Ogni anno, queste patologie uccidono 41 milioni di persone, rappresentando il 71% di tutti i decessi a livello globale (in Europa si arriva all’86%); 15 milioni di morti, peraltro, si verificano tra i 30 e i 70 anni.
In Italia gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane*, le malattie croniche nel 2018 hanno interessato quasi il 40% della popolazione del nostro Paese, cioè 24 milioni di persone, delle quali 12,5 milioni hanno multi-cronicità. Le prospettive sono ancora più preoccupanti: tra 10 anni, cioè nel 2028, quando il numero di malati cronici salirà a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni.
La patologia più frequente è l’ipertensione, con quasi 12 milioni di persone affette nel 2028, mentre l’artrosi/artrite interesserà 11 milioni di italiani; per entrambe le patologie ci si attende 1 milione di malati in più rispetto al 2017. Tra 10 anni le persone colpite da osteoporosi, invece, saranno 5,3 milioni (500 mila in più) e quelle colpite da diabete e malattie cardiache rispettivamente 3,6 milioni e 2,7 milioni.
Stando alle proiezioni effettuate sulla base degli scenari demografici futuri elaborati dall’Istat – l’Italia, è destinata a diventare il Paese più vecchio del mondo, dopo il Giappone.
I dati raccolti inoltre hanno evidenziato la notevole differenza sulla loro diffusione anche in base al genere, alle differenze socioeconomiche e culturali e al territorio in cui si nasce o si vive.
Le donne – soprattutto perché mediamente vivono più a lungo – sono le più colpite (il 42,6% a fronte del 37% degli uomini). Se guardiamo poi la multi-cronicità il divario aumenta: il 25% delle donne contro il 17,0% degli uomini.
Le persone con il livello di istruzione più basso soffrono molto più frequentemente di patologie croniche, rispetto al resto della popolazione.
Nel 2017, nella classe di età 45-64 anni (quella in cui insorge la maggior parte della cronicità), le persone con la licenza elementare o nessun titolo di studio con almeno una patologia cronica era pari al 56%, scendeva al 46,1% tra coloro che hanno un diploma e al 41,3% tra quelli che possiedono almeno una laurea.
Risulta evidente quindi che la prevenzione, l’educazione e lo stile di vita corretti sono le linee principali sulle quali lavorare per ottenere risultati a lungo temine consentendo così al Servizio Sanitario Nazionale di sopperire ai bisogni primari.
In questo quadro Mutua Genesi vuole essere il supporto sanitario che affianca i cittadini a sentirsi più protetti e sicuri in caso di necessità.
*Dati estrapolati dal rilevamento di PASSI e PASSI d’Argento (sistema di sorveglianza realizzato dalle Aziende Sanitarie Locali)