Come trascorrono gli anziani le festività

Le festività natalizie dovrebbero essere per tutti un periodo di gioia e condivisione da trascorre in famiglia.
Per i più piccoli ovviamente il Natale è rappresentato dall’attesa dei regali che si materializzano magicamente sotto l’albero e dalla felicità nello scartare i doni ma per gli anziani invece le festività non sempre sono sinonimo di allegria.

Per lo meno, non per tutti.

Per chi vive lontano dai propri familiari oppure ha perso il proprio compagno di vita è un momento molto difficile.
Così come per il periodo estivo, con l’avvicinarsi del Natale sono moltissimi gli anziani tristi e spaventati all’idea di trascorrerlo da soli, lontani dai propri affetti. Questo è il periodo in cui il senso di solitudine si aggrava e l’assenza di servizi, di operatori sanitari e collaboratori famigliari fa sì che lo sconforto assalga le fasce più fragili di popolazione.

Sempre più spesso nelle nostre città ci sono Associazioni che organizzano eventi per condividere un pasto caldo almeno durante le festività, ma questo certamente non è sufficiente.

La popolazione ultrasessantacinquenne, a inizio 2021 era di13 milioni 923mila individui (+64 mila) e costituisce il 23,5% della popolazione totale contro il 23,2% dell’anno precedente.

Nel caso specifico degli ultraottantenni si riscontra comunque un incremento (+61 mila) che li ha portati a 4 milioni 480mila, e rappresentano il 7,6% della popolazione totale.

Uno degli effetti più comuni, e sottovalutati, è la depressione senile (termine che si utilizza quando la patologia compare dopo i 65 anni di età). Una situazione spesso imputabile a cambiamenti difficili da accettare e gestire come il passare dell’età e quindi il calo di energie fisiche, una minore mobilità, l’acuirsi di malattie croniche come il diabete o l’artrite, oltre alla diminuzione della rete sociale.

Il ruolo di chi è vicino all’anziano quindi diventa fondamentale soprattutto in questi momenti di festa. Lo scopo principale è quello di riuscire a fare da supporto, anche se spesso questo compito risulta complesso e difficile nel concreto della quotidianità.

Soprattutto agli occhi di un familiare, l’anziano può infatti apparire una persona diversa: meno sicuro, più vulnerabile. Con questa condizione bisogna imparare a fare i conti, ci vogliono tanta pazienza e affetto. È necessario cercare il dialogo e rispettare i suoi tempi, sforzandosi di trovare le parole giuste, evitando di suscitare allarmismo su eventuali sintomi e malesseri o di banalizzare: fondamentalmente l’anziano ha bisogno di sentirsi ascoltato.

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