Diagnosi precoce vs. liste d’attesa: la difficoltà di accesso alle prestazioni mediche dopo l’emergenza sanitaria.
Troppo spesso si sente parlare di prevenzione riferendosi ai periodici controlli sanitari di routine, o ancor peggio a visite specialistiche o check-up mirati.
Quello che in realtà si ignora esprimendosi in questi termini, è che in questi casi si sta già parlando di diagnosi precoce.
Che cos’è la diagnosi precoce e quali sono le differenze rispetto alla prevenzione?
Parlando di prevenzione, in senso generale, ci si riferisce a tutti quei comportamenti virtuosi volti a prevenire l’insorgenza di patologie: fare attività fisica, mangiare sano, bere almeno due litri di acqua al giorno. Si parla più precisamente, in questo caso, di prassi di prevenzione primaria. La definizione diagnosi precoce, invece, si riferisce ad uno stadio più avanzato: quello di controllo e verifica, a fronte o meno del presentarsi di determinati sintomi ascrivibili a stati patologici. Si parla, in questo altro caso, di attività di prevenzione secondaria.
Tutto ciò che prevede, pertanto, una consulenza medica.
Attualmente, dopo l’emergenza COVID-19, l’accesso alle prestazioni mediche specialistiche e alle prestazioni diagnostiche risulta compromesso dalle tempistiche estremamente dilatate delle liste di attesa. Ogni Asl presenta una situazione diversa, ma a tutte è comune il fattore attesa. La cronaca è piena di articoli che riferiscono situazioni drammatiche, in tutte le regioni d’Italia.
È il caso di quanto riportato dal Messaggero Umbria il 7 Ottobre 2021: un paziente cinquantanovenne di Perugia con 6 prescrizioni per 6 visite specialistiche, non è stato in grado di fissare l’appuntamento per nessuna, in quanto non risultavano esserci date disponibili[1]. O ancora delle dichiarazioni riportate dai primari stessi di diversi reparti dell’Ausl di Piacenza su Libertà sempre il 7 Ottobre, i quali riferiscono, ad esempio, una tempistica di tre mesi per fissare una visita ginecologica, o la necessità di ricorrere a colloqui di telemedicina per effettuare visite neurologiche per riuscire ad ovviare le problematiche organizzative dovute al contingentamento[2].
È una questione grave, che affligge molte persone con necessità di effettuare controlli per monitorare il proprio stato di salute e preclude, pertanto, l’accesso alla tanto determinante diagnosi precoce.
Cercando di dare il proprio contributo verso un miglioramento della situazione attuale, Mutua Genesi offre nei propri sussidi sezioni dedicate ai check-up mirati alla diagnosi precoce, Assistenza H24, e possibilità di accesso immediato tramite la Centrale Operativa, a prestazioni ospedaliere ed extraospedaliere sia in regime pubblico (Sistema Sanitario Nazionale) che privato tramite le strutture convenzionate (Network) e non convenzionate tramite la presa in carico in forma indiretta.
Fonti:
Diagnosi precoce: la differenza tra prevenzione primaria e secondaria – (merclin.it)
[1] Caos liste d’attesa, si presenta con sei visite da fare ma non c’è alcuna data utile (ilmessaggero.it)
[2] Liste d’attesa per visite specialistiche, medici in lotta contro il tempo – Libertà Piacenza (liberta.it)