Estate: le difficoltà dei caregiver.

In questi ultimi anni molte famiglie rinunciano alla badante per via della crisi ma i dati ci dicono che i dati sull’invecchiamento della popolazione sono allarmanti.

I dati dell’invecchiamento della popolazione parlano da soli: nel 1980 gli ultra 65enni erano 23 su 100, nel 2017 erano 38 su 100, nel 2050 saranno 78 e i “centenari”, che oggi sono 17mila, saranno 150mila. E così l’Italia si prevede sarà il terzo Paese al mondo per anziani.

D’estate, la vita dei caregiver familiari si complica. Anche chi si prende cura di una persona di famiglia vorrebbe andare in vacanza. Secondo l’ultima ricerca realizzata dall’istituto di ricerca Nextplora, solo l’8% degli intervistati pensa che nemmeno in questo momento dell’anno ci si possa concedere un, pur breve, periodo di vacanza.

Ma come organizzare le proprie ferie senza ridurre le cure del proprio caro? Quasi un italiano su due (42%) pensa che la soluzione migliore sia rivolgersi a un servizio di assistenza domiciliare con personale esperto. Tra le domande che sono state rivolte vi era l’opzione se lo affiderebbe a un altro parente in grado di sostituirlo (scelta dal 36%) oppure ad un’associazione di volontariato o a una struttura ad hoc, preferita dal 34%.

In Italia il welfare fai-da-te dilaga, perché purtroppo sono poche le famiglie che possono permettersi un supporto famigliare a pagamento. Questo dato lo si è potuto estrapolare dal fatto che le strutture ricettive del sistema dei servizi domiciliari e residenziali non ha visto aumenti di rilievo negli ultimi 5 anni.  Questo porta a pensare che gli oneri ricadano, ovviamente, sulle famiglie e che l’auto-risposta familiare sia in crescita.

Chi si può permettere un’assistenza a pagamento la trova, mentre chi non può permettersela è inevitabilmente costretto a cavarsela da solo, mettendo a rischio equilibri e bilanci familiari spesso già precari. La classica soluzione della badante sta cedendo a un’assistenza sempre più a carico della famiglia in prima persona. La crisi, con la sua onda lunga, ha portato a una maggiore assunzione in proprio del compito di cura, ma d’altra parte i redditi si sono contratti e le strutture familiari sono sempre più “corte”, meno articolate. Una tendenza, questa, sempre meno sostenibile, vista la diminuzione sul medio periodo delle risorse di assistenza interna alle famiglie.

Anche le richieste di assistenza si stanno modificando. Il maggiore incremento è quello delle richieste di chi ha un familiare con patologie cognitive e situazioni di demenza, per cui l’assistente familiare si rivela sempre più spesso una soluzione inadeguata.

Negli ultimi anni sono sorte molte piattaforme che facilitano l’incontro tra le famiglie e l’offerta sul territorio.

Anche il mondo della sanità integrativa sta cominciando a guardare con interesse ai caregiver e alla non autosufficienza. Mutua Genesi infatti, nei suoi sussidi, prevede il rimborso per le spese di assistenza domiciliare, ma anche medici, infermieri e fisioterapisti direttamente a domicilio a tariffe agevolate oltre alle nuove tecnologie come la Telemedicina.

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Fonte: www.donnamoderna.com

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