La medicina di genere: uomini e donne si ammalano differentemente

Studiare le differenze tra donne e uomini, per migliorare diagnosi e cure

La medicina di genere non è una branca a sé stante della medicina, ma una dimensione trasversale alle scienze mediche, che coinvolge tutte le figure professionali impegnate in ambito sanitario. Dall’oculistica alla chirurgia, tutte devono esser ‘ristudiate alla luce di questo cambio di paradigma, che è stato introdotto per la prima volta nel 1991 in cardiologia, quando ci si accorse negli Stati Uniti, che tutte le ricerche e gli esperimenti erano stati fino a quel momento condotti su animali e poi su esseri umani, di solo genere maschile.

Non si tratta solo, di ridurre il dosaggio di farmaci in base al peso corporeo, ma si tratta di studiare il modo diverso in cui le malattie si manifestano e rispondono ai farmaci. Ad esempio, a parità di incidenza di tumori, l’uomo ha una mortalità più precoce. La donna sopravvive meglio alle malattie ma rimane disabile più di frequente e vive in media 4 o 5 anni in più degli uomini ma con diverse patologie. Due terzi delle persone che soffrono di demenza sono donne, e non solo perché vivono più a lungo ma per fattori di rischio genetici.

Gli esempi in medicina sono infiniti. Uno tra questi è che l’uomo soffre meno di frequente di osteoporosi rispetto alla donna, ma quando ha una frattura ha una mortalità quattro volte maggiore.

Le donne hanno quasi il doppio delle probabilità di soffrire di depressione, ma l’uomo ha un tasso di suicidi sei volte più alto. L’infarto è la prima causa di morte nelle donne, ma nell’80% loro non presentano i tipici sintomi di dolore al petto irradiato al braccio sinistro.

Nei tumori invece la differenza tra uomo e donna nell’espressione clinica e nella biologia del cancro comporta anche una diversa efficacia delle terapie antitumorali. Per quanto riguarda le malattie del metabolismo le donne con diabete hanno il 50% in più di rischio di avere eventi cardiovascolari fatali rispetto agli uomini. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nella popolazione femminile ma le donne assumono meno medicine per il cuore e vanno meno dal cardiologo. Nelle malattie neurodegenerative gli uomini colpiti da Parkinson sono il doppio delle donne, queste ultime però subiscono una più rapida progressione della malattia e hanno minor tasso di sopravvivenza.

Le donne sembrano essere avvantaggiate sul fronte delle malattie respiratorie, dall’asma alla Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), passando per il Covid-19. Anche il sistema immunitario risponde in modo diverso, sia alle infezioni che ai vaccini. Questo vale per gli adulti, ma anche per i bambini e le bambine che hanno una diversa risposta alle infezioni, inclusa quella al Covid.

Proprio per tracciare le differenze di salute nella popolazione maschile e femminile, il decimo congresso della International Society of Gender Medicine (IGM) ha visto riuniti il mese scorso a Padova 60 relatori italiani e internazionali.

Tra gli incontri tematici vi è stata anche un interessante ricerca sugli effetti avversi dei farmaci. Alle donne vengono prescritti più farmaci, ma farmaci studiati per gli uomini, con la conseguenza che 6 ricoveri su 10 sono per effetti avversi ai medicinali.

Ad oggi quindi le differenze nell’epidemiologia e nella storia naturale di malattie sono abbastanza conosciute ma sono le politiche sanitarie, che dovrebbero tener conto dei risultati degli studi scientifici e promuovere azioni di equità più efficaci.

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Fonte: www.italpress.it

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